Assunzione di stranieri: le verifiche dei datori di lavoro

Assunzione di stranieri: le verifiche dei datori di lavoro

  • 9 Agosto 2024
  • Pubblicazioni
Negli ultimi anni, la globalizzazione e l'aumento degli ingressi, entro e fuori le quote della programmazione migratoria di cittadini stranieri hanno permesso ai datori di lavoro di poter contare su un numero crescente di lavoratori provenienti dai Paesi extra UE. Tale dinamica ha arricchito il mercato del lavoro italiano, offrendo opportunità sia alle aziende che ai lavoratori stranieri, favorendo al contempo un'interazione culturale e professionale sempre più significativa. L'ingresso di cittadini stranieri aiuta a colmare la carenza di manodopera, soprattutto in alcuni settori produttivi, diventando una risorsa preziosa per i datori di lavoro. Tuttavia, le procedure di immigrazione e le modalità di ingresso degli stranieri sono state spesso soggette a preoccupanti abusi. Per questo motivo, sono attesi importanti interventi di riforma, come annunciato dal Presidente del Consiglio dei Ministri nel Comunicato stampa del 4 giugno 2024 n. 84, sia nell’ambito delle procedure per l’ingresso entro le quote di programmazione periodica dei flussi migratori sia per il contrasto al fenomeno del caporalato.  Sebbene l'assunzione di cittadini stranieri rappresenti  un'ottima opportunità, richiede una particolare attenzione, specie in questo periodo in cui è alta l’attenzione e la vigilanza a reprimere ogni forma di impiego irregolare di cittadini stranieri. Ciò è riconducibile anche a mere ipotesi di incompletezza documentale o di mancata diligenza nell’accertare con gli organi preposti l’autenticità dei titoli di soggiorno. Pertanto, è essenziale verificare la presenza, la regolarità, la riconducibilità al singolo lavoratore e l’autenticità dei documenti prima di procedere con l'impiego di cittadini stranieri. La verifica preliminare, per l’assunzione di un cittadino straniero, prevede l’accertamento del possesso del lavoratore di un permesso di soggiorno valido per svolgere attività lavorativa di tipo subordinato. In tale fase è essenziale assicurarsi che il permesso non sia scaduto; in caso contrario, deve essere in fase di rinnovo. I titoli di soggiorno che consentono ai cittadini extra UE di lavorare possono essere classificati in:

  • permessi di soggiorno rilasciati entro le quote della programmazione periodica dei flussi migratori;
  • permessi di ingresso emessi per situazione e casistiche speciali, per cui non è richiesto il rispetto delle quote della programmazione periodica dei flussi migratori;
  • permessi di soggiorno attribuiti per motivi umanitari, come in caso di protezione temporanea, asilo etc.

I titoli di soggiorno per cui non è necessario attenersi alle quote della programmazione dei flussi migratori riguardano specifiche ipotesi. Le più frequenti includono:

  • permessi per i lavoratori altamente specializzati (carta blu UE);
  • per i dirigenti o personale altamente specializzato di società aventi sedi o filiali in Italia;
  • per i dirigenti, lavoratori specializzati, lavoratori in formazione nell’ambito di trasferimenti intra-societari.
I permessi di soggiorno entro le quote della programmazione dei flussi migratori sono previsti per determinati settori di attività quali. Secondo l’ultima programmazione triennale 2023 - 2025, i settori inclusi sono: l’autotrasporto merci per conto terzi, edilizia, turistico-alberghiero, meccanica, telecomunicazioni, alimentare, cantieristica navale, trasporto passeggeri con autobus, pesca, acconciatori, elettricisti, idraulici, assistenza familiare e socio-sanitaria. L’assunzione dei lavoratori stranieri può avvenire previo ottenimento del titolo di soggiorno per i cittadini stranieri non presenti nel territorio nazionale. In questo caso, il datore di lavoro deve richiedere l'autorizzazione preliminare all'ingresso del lavoratore con istanza di nulla osta al lavoro. L'assunzione può riguardare anche cittadini già presenti in Italia, impiegando un cittadino straniero già titolare di un permesso di soggiorno che ha perso il posto di lavoro, sia per decisione del datore di lavoro sia per dimissioni, a condizione che il lavoratore abbia ottenuto un permesso per attesa occupazione. Inoltre, l'assunzione può interessare cittadini regolarmente presenti nel territorio nazionale che hanno ottenuto permessi di tipo umanitario, come quelli per asilo, che consentono di lavorare. In aggiunta ai titolari dei richiamati permessi, possono essere impiegati anche gli stranieri che hanno ottenuto un titolo di soggiorno per ricongiungimento familiare, rilasciabile ai familiari dei titolari di permesso di soggiorno per motivo di lavoro. Tra i permessi di tipo umanitario, sono particolarmente diffusi quelli rilasciati in caso di richiesta di asilo, nonché i permessi per protezione temporanea, un titolo di soggiorno rilasciato per la prima volta nell'ambito dell'UE per i cittadini scampati al conflitto in Ucraina.  Visto le molteplici possibilità di assumere regolarmente un cittadino straniero, il datore di lavoro deve valutare attentamente se il titolo di soggiorno consente di lavorare, se è in corso di validità oppure se vi è un regolare procedimento di rinnovo. In presenza di un appuntamento fissato per procedere con il rinnovo, il cittadino straniero può lavorare. La verifica non riguarda solo la fase di assunzione, ma il datore di lavoro è tenuto a controllare che, durante il rapporto di lavoro, il permesso non venga revocato e sia rinnovato secondo le scadenze previste. Una volta verificato che il titolo di soggiorno posseduto dal cittadino straniero consente di svolgere attività lavorativa, il successivo passaggio consiste nel valutare la regolarità dei documenti esibiti. Non sarà sufficiente una mera fotocopia del titolo di soggiorno; dovrà essere verificato anche l’originale. Inoltre, il datore di lavoro è tenuto a verificare l’autenticità del titolo di soggiorno e la sua riconducibilità al possessore, coinvolgendo eventualmente gli organi competenti come la Questura. Vi sono casi di contestazioni amministrative per l’impiego irregolare di cittadini stranieri, con l’applicazione delle relative sanzioni, in presenza di documentazione non conforme o non riconducibile al suo possessore.


Fonte: QUOTIDIANO PIU' - GFL