Consenso dei lavoratori per cambiare le riduzioni dell’orario

Consenso dei lavoratori per cambiare le riduzioni dell’orario

  • 17 Luglio 2024
  • Pubblicazioni
La Corte di Cassazione, nell'Ordinanza n. 17419 del 25 giugno 2024, ha accolto il ricorso di alcuni dipendenti che chiedevano la condanna della società al pagamento delle differenze retributive derivanti dal passaggio a full-time, in seguito alla scelta unilaterale del datore di lavoro di disdire l'accordo aziendale recante una riduzione dell'orario di lavoro e previamente sottoscritto dai lavoratori. Per contro, l'impresa sosteneva che il locale avesse un calendario di aperture limitato e che tutti i dipendenti avessero lavorato solo nei giorni di apertura del locale e che dovevano quindi essere retribuiti solo per quelle giornate, anche in assenza di contratto a tempo parziale. Al riguardo gli Ermellini hanno chiarito che, sebbene il contratto di lavoro subordinato si presume costituito a tempo pieno nel caso in cui il part-time non risulti da patto scritto, il datore di lavoro può provare l'esistenza di riduzioni concordate di prestazioni lavorative e di retribuzioni per fatti concludenti. Una volta raggiunta tale prova, le riduzioni si traducono in clausole tacite integrative del contratto individuale di lavoro full time ed eventuali modifiche successive di quelle riduzioni concordate richiedono un nuovo consenso del lavoratore e quindi non possono essere disposte né imposte unilateralmente dal datore di lavoro.