Dati personali raccolti da un’agenzia investigativa

Dati personali raccolti da un’agenzia investigativa

  • 15 Settembre 2023
  • Pubblicazioni
Il lavoratore ha diritto di accesso ai propri dati personali contenuti nella relazione di un'agenzia investigativa incaricata dal datore di lavoro di raccogliere informazioni sul suo conto. Lo ha stabilito il Garante della privacy con un provvedimento del 6 luglio 2023 pubblicato nella newsletter dell’11 settembre. Il lavoratore, che ha presentato reclamo al Garante, era stato licenziato a conclusione di un provvedimento disciplinare in cui gli erano stati contestati diversi illeciti extra lavorativi accertati da un'agenzia investigativa incaricata dal datore di lavoro. I dati avrebbero dovuto essere conosciuti per la difesa nel procedimento disciplinare e per garanzia del diritto di difesa nel procedimento giudiziario avviato per impugnare il licenziamento. La contestazione del lavoratore riguarda appunto il mancato riscontro datoriale alla richiesta di accesso alle informazioni raccolte anche da parte dell'agenzia investigativa, relativamente a fotografie, a una rilevazione Gps, a descrizioni di luoghi, persone e a situazioni specifiche. Il Garante ha disposto che le richieste di accesso ai propri dati formulate dal reclamante siano qualificabili come esercizio del diritto di accesso garantito dall'articolo 15 del regolamento europeo. Non è pertanto conforme a tale norma subordinare il riscontro all'istanza di accesso a indicazioni dettagliate da parte dell'interessato dei documenti cui si chiede di accedere. Inoltre, la condotta della società datrice di lavoro, a fronte delle richieste del reclamante, non è conforme al principio di correttezza del trattamento, posto che il titolare non ha indicato la specifica origine dei dati utilizzati per la contestazione disciplinare, i cui contenuti, raccolti dall'agenzia investigativa, avrebbero dovuto essere portati a conoscenza del lavoratore dopo la loro raccolta, indicando anche l'origine degli stessi. Di conseguenza il trattamento di tali dati personali risulta, per il Garante, illecito e tale conclusione autorizza l'Autorità a irrogare all'azienda una sanzione amministrativa di 10mila euro.


Fonte: SOLE24ORE