Appalti: i lavoratori gestiti dal software del committente
- 20 Giugno 2023
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Se la prestazione è organizzata e gestita tramite un software della committente, che impartisce ai lavoratori della cooperativa, previamente identificati con un sistema di riconoscimento vocale cui è associato un “bar code”, i ritmi e le modalità di lavoro, l’appalto non è genuino e si ricade nella fattispecie dell’interposizione illecita di manodopera. È irrilevante che la cooperativa abbia uno o più incaricati nel perimetro dell’appalto endo-aziendale con funzioni residuali di controllo e para-disciplinari, se l’intera attività risulta sostanzialmente telecomandata attraverso una voce sintetica elaborata dal software della committente, che guida i lavoratori nel corso del turno di lavoro impartendo «ogni più minuta direttiva, centinaia di volte al giorno». La Corte d’appello di Venezia (sentenza 30 marzo 2023) prende atto di questo schema, realizzato nell’ambito di un appalto di servizi di logistica nel magazzino della società committente, dove i lavoratori della cooperativa curavano le attività di addetti al ricevimento/smistamento merci e alle pulizie, e osserva che la genuinità dell’appalto è esclusa dalla circostanza che le prestazioni erano dirette e organizzate dal software aziendale di proprietà della stessa committente. Si può ben dire che l’appalto “labour intensive” gestito tramite sistema informatico sia un chiaro esempio di rapporto in cui l’evoluzione tecnologica ha reso sostanzialmente obsoleta la dinamica gerarchica del superiore che istruisce e controlla il subordinato.