Tempo determinato, ampio spazio ai contratti collettivi

Tempo determinato, ampio spazio ai contratti collettivi

  • 17 Maggio 2023
  • Pubblicazioni
La modifica legislativa, introdotta dal decreto Lavoro e vigente dal 5 maggio, nell’abrogare la lettera b-bis) e il comma 1.1. ha previsto un rinvio ai «casi» previsti dai contratti collettivi, in mancanza dei quali le parti del rapporto di lavoro, fino al 30 aprile 2024, potranno individuare direttamente le esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva che legittimano l’apposizione del termine, la proroga o il rinnovo. Gli operatori, quindi, si interrogano se possano considerarsi ancora operative le causali convenute negli accordi collettivi stipulati nella vigenza della previgente disciplina, ove le parti sindacali non optino in favore di un accordo confermativo delle causali in base alla nuova disposizione. Per effetto del decreto Lavoro, l’abilitazione dell’autonomia collettiva nella definizione della causale non solo non è venuta meno, ma è stata addirittura favorita dal legislatore che, nel superare le «specifiche esigenze» previste nella previgente norma, ha conferito nuovi e più ampi spazi alla contrattazione collettiva. Più incerto è stabilire se le parti individuali del contratto di lavoro possano legittimamente individuare la causale in presenza di accordi sindacali stipulati ai sensi della previgente disciplina. L’interpretazione letterale della norma condurrebbe a escludere tale possibilità. Tuttavia, va segnalata una posizione secondo la quale, ferma restando l’applicabilità delle causali previste dagli accordi collettivi già stipulati, l’autonomia individuale sarebbe inibita solo dalla stipula di un nuovo accordo collettivo ai sensi della norma oggi vigente. Ciò in quanto l’abilitazione dell’autonomia individuale costituisce la vera innovazione della norma e sarebbe destinata a recedere solo ove le parti collettive stipulino un nuovo accordo in base alla vigente disciplina.