Procedimento disciplinare: immediatezza della contestazione

Procedimento disciplinare: immediatezza della contestazione

  • 24 Marzo 2023
  • Pubblicazioni
La disciplina che regolamenta il procedimento disciplinare prevede che quest'ultimo prenda il via con una contestazione dei fatti commessi dal lavoratore che deve essere immediata. L'immediatezza è espressione del precetto generale di correttezza e buona fede e, se alla conclusione del procedimento si giunge al licenziamento del dipendente, secondo la giurisprudenza è elemento costitutivo del recesso del datore di lavoro. Per la Corte di cassazione (sezione lavoro, ordinanza 7467 del 15 marzo 2023) il concetto di immediatezza va tuttavia inteso in senso relativo, il che vuol dire che non può essere valutato senza tener conto del caso concreto, in cui la condotta del dipendente potrebbe essere più complessa da accertare o vi potrebbe essere una organizzazione aziendale articolata, tale da rendere tempestiva anche la contestazione entro un intervallo più lungo di quello normalmente ammissibile. Ciò posto, nel valutare la tempestività di una contestazione disciplinare, occorre prendere come riferimento temporale con cui relazionarsi non il momento in cui il datore di lavoro avrebbe potuto accorgersi dell'infrazione del dipendente laddove ne avesse costantemente controllato l'operato, quanto, piuttosto, il momento effettivo in cui egli ne ha acquisito piena conoscenza. Come rilevato dalla Corte di cassazione, a tale proposito, deve considerarsi che il fatto che il datore di lavoro si fidi del proprio dipendente e non lo controlli costantemente non può di certo tradursi in un danno nei suoi confronti. Inoltre, non è possibile nemmeno porre sullo stesso piano la mera possibilità di conoscenza dell'illecito rispetto alla conoscenza effettiva né supporre che l'azienda sia tollerante senza avere certezza della conoscenza, da parte sua, degli abusi eventualmente posti in essere dai propri lavoratori.