Approvato il DDL di Bilancio 2023
- 3 Dicembre 2022
- Pubblicazioni
Il Consiglio dei ministri, con il Comunicato stampa n. 5 del 22 novembre 2022, ha approvato il disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e il bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 e l’aggiornamento del Documento programmatico di bilancio.
Tra gli argomenti di interesse per i datori di lavoro si segnalano:
Taglio del cuneo fiscale: confermato per i lavoratori dipendenti nella misura del 2% per redditi fino a 35.000 euro annui e del 3% per redditi non superiori a 20.000 euro annui;
Assegno unico: per le famiglie con 3 o più figli per il 2023 è prevista una maggiorazione del 50% per il primo anno e di un ulteriore 50% per le famiglie composte da 3 o più figli. Si conferma l’assegno per i disabili;
Assunzioni a tempo indeterminato: si prevedono agevolazioni sulle assunzioni a tempo indeterminato con una soglia di contributi fino a 6 mila euro per chi ha già un contratto a tempo determinato e per le donne under 36 ed i percettori di reddito di cittadinanza;
Premi di produttività detassati: per i dipendenti viene prevista un'aliquota al 5% per i premi di produttività fino a 3.000 euro;
Nuovo schema di anticipo pensionistico per il 2023: consentirà di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica (quota 103). Per chi prosegue a lavorare è prevista una decontribuzione del 10%;
Opzione donna prorogata per il 2023 con delle modifiche: si potrà andare in pensione a 58 con due figli o più, a 59 anni con un figlio, a 60 anni negli altri casi;
Ape sociale: viene confermata per i lavori usuranti;
Reddito di cittadinanza: dal 1° gennaio 2023 alle persone tra 18 e 59 anni (abili al lavoro ma che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età) è riconosciuto il reddito nel limite massimo di 7/8 mensilità (al posto delle attuali 18 rinnovabili). Si prevede un periodo di almeno 6 mesi di partecipazione ad un corso di formazione o riqualificazione professionale, in mancanza del quale si decade dal beneficio. È prevista decadenza dal beneficio anche in caso di rifiuto della prima offerta congrua.