Accessi abusivi e divulgazione di dati: legittimo il licenziamento per giusta causa
- 1 Dicembre 2025
- Pubblicazioni
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28365/2025, ha stabilito che è legittimo il licenziamento per giusta causa del lavoratore che abusi degli strumenti informatici aziendali per accedere e trasmettere all'esterno dati sensibili. Nel caso di specie, un dipendente è stato licenziato per aver compiuto reiterate condotte di abuso, con decine di migliaia di accessi a un sistema informativo e la trasmissione di centinaia di fatture di clienti a indirizzi email esterni. La Corte ha qualificato tali azioni come una palese violazione della policy aziendale sull'utilizzo degli asset informatici, di cui il lavoratore era stato informato. L'attività di controllo del datore di lavoro è stata ritenuta legittima proprio in virtù della preventiva e adeguata informativa fornita al dipendente. La gravità della condotta è stata valutata non solo per il "numero impressionante di accessi abusivi", ma anche per l'intenzionalità e la persistenza della violazione, protrattasi per un lungo arco temporale, denotando disinteresse per i doveri di fedeltà e diligenza. La Suprema Corte ha evidenziato come tali comportamenti espongano l'azienda a danni d'immagine e a potenziali sanzioni da parte del Garante della privacy, compromettendo le aspettative datoriali sul futuro corretto adempimento. La giurisprudenza ha chiarito che anche la sola consultazione non autorizzata di dati riservati, a prescindere dalla loro divulgazione, può integrare una condotta illecita idonea a giustificare la massima sanzione espulsiva.