Detenzione di droga e licenziamento: la Cassazione conferma la giusta causa
- 21 Novembre 2025
- Pubblicazioni
Con l'ordinanza n. 29836/2025, la Corte di Cassazione ha ritenuto legittimo il licenziamento per giusta causa di un dipendente di una nota casa automobilistica, sorpreso a detenere in casa un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti (8 kg) e una cospicua somma di denaro. La Suprema Corte ha ribadito il principio che anche una condotta illecita extra-lavorativa può avere rilevanza disciplinare e giustificare la sanzione espulsiva, qualora comprometta il vincolo fiduciario con il datore di lavoro. Il lavoratore, infatti, non è tenuto solo a fornire la prestazione, ma ha anche l'obbligo accessorio di non porre in essere, al di fuori dell'ambito lavorativo, comportamenti che possano ledere gli interessi morali e materiali del datore di lavoro. Nel caso specifico, i giudici hanno sottolineato che la gravità della condotta, il suo carattere doloso e sistematico, e l'eco mediatica della notizia, erano elementi sufficienti a ledere in via definitiva la fiducia del datore di lavoro. È stata considerata irrilevante la tesi del dipendente, secondo cui il fatto non incideva sulla sua capacità lavorativa. La Corte ha chiarito che il licenziamento non si fondava su un inadempimento della prestazione, ma sulla rottura del vincolo di fiducia, presupposto essenziale del rapporto di lavoro ai sensi dell'art. 2119 c.c.