Dipendente Infedele? La Policy Aziendale giustifica i controlli sul PC

Dipendente Infedele? La Policy Aziendale giustifica i controlli sul PC

  • 29 Ottobre 2025
  • Pubblicazioni
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28365/2025, ha confermato la legittimità del licenziamento di un dipendente per gravi abusi commessi tramite il PC aziendale. La decisione sottolinea il ruolo cruciale della policy aziendale nel bilanciare il diritto alla privacy del lavoratore e le esigenze di tutela del patrimonio aziendale. Nel caso di specie, un lavoratore è stato licenziato dopo che l'azienda ha scoperto una mole di accessi abusivi a un sistema informatico e la trasmissione all'esterno di dati sensibili della clientela, avvenuta tramite il notebook in dotazione. Il dipendente aveva impugnato il licenziamento, sostenendo l'illegittimità dei controlli effettuati dal datore di lavoro sullo strumento informatico, in violazione dell'art. 4 dello Statuto dei Lavoratori e della normativa sulla privacy. I giudici hanno ritenuto i controlli utilizzabili poiché l'azienda aveva fornito un'adeguata informativa ai dipendenti tramite la diffusione di una specifica "policy aziendale sull’utilizzo delle dotazioni informatiche". Tale policy informava chiaramente della possibilità di effettuare verifiche in caso di anomalie e di applicare sanzioni disciplinari.  Questa comunicazione preventiva ha reso legittima l'acquisizione delle prove a carico del lavoratore, rendendo proporzionata la sanzione espulsiva per la grave lesione del vincolo fiduciario.