La certificazione unica vale come prova delle retribuzioni, non conta solo per il Fisco
- 15 Ottobre 2025
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Il Massimo Consesso, con l'Ordinanza n. 26972 del 7 ottobre 2025, si è pronunciato su una questione avente ad oggetto la liquidazione di giornate di lavoro, sorta a seguito della discrepanza tra il numero di giornate risultanti dalle buste paga e quello indicato nella certificazione unica, chiarendo che quest'ultima può costituire valida prova delle giornate effettivamente retribuite, salvo che il datore di lavoro dimostri la sua erroneità. La Cassazione, infatti, ha confermato che la certificazione unica può essere utilizzata come prova delle giornate lavorative e delle retribuzioni spettanti, superando la tesi del datore di lavoro secondo cui essa avrebbe esclusivamente valore fiscale. Le buste paga, pur firmate dal lavoratore, non bastano da sole a escludere la fondatezza della pretesa se dallo stesso datore proviene un documento ufficiale che attesta un numero maggiore di giornate retribuite.