Licenziamento per superamento del periodo di comporto

Licenziamento per superamento del periodo di comporto

  • 13 Ottobre 2025
  • Pubblicazioni
Con una pronuncia del 7 ottobre 2025, la Corte di Cassazione ha affrontato il tema del licenziamento per superamento del periodo di comporto, consolidando un importante principio. Il lavoratore che intende far valere una patologia grave, ai fini dell'esclusione di alcuni giorni dal computo del periodo di comporto, ha l'onere di comunicarlo formalmente al datore di lavoro tramite idonea certificazione medica. Nel caso oggetto di analisi, un dipendente sottoposto a dialisi era stato licenziato per aver superato il periodo massimo di conservazione del posto di lavoro previsto dal CCNL di riferimento. Il lavoratore aveva informato il proprio responsabile della gravità della malattia solo tramite messaggi WhatsApp. La Suprema Corte ha confermato la legittimità del licenziamento, sottolineando come i certificati medici trasmessi all'azienda non contenessero la dicitura "terapia salvavita", qualificazione richiesta dalla contrattazione collettiva per poter beneficiare di un trattamento di favore. Di conseguenza, non assume rilevanza la circostanza che il datore di lavoro fosse a conoscenza della patologia attraverso canali informali. Tali comunicazioni, infatti, non possiedono alcun valore medico-legale, ma solo un carattere confidenziale. La contrattazione collettiva, e i criteri di calcolo del comporto in essa contenuti, deve essere interpretata in base al suo tenore letterale.  Non spetta al datore di lavoro classificare la gravità della malattia, ma è onere del lavoratore produrre la documentazione medica adeguata a dimostrare la sussistenza delle condizioni previste dal contratto.