Pedinato e licenziato per scarso rendimento

Pedinato e licenziato per scarso rendimento

  • 10 Settembre 2025
  • Pubblicazioni
Con l'ordinanza n. 24564/2025, la Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento di un lavoratore che svolgeva la sua attività all'esterno dell'azienda, pedinato a seguito di sospetti sul suo scarso rendimento. Il caso riguardava un "letturista" che, tramite un'agenzia investigativa, è stato scoperto a dichiarare falsamente l'inizio e la fine dell'orario di lavoro, a rimanere inoperoso e a utilizzare l'auto aziendale per scopi personali. La Corte ha ribadito la liceità dei cosiddetti "controlli difensivi". Questi sono ammessi quando il datore di lavoro nutre un "fondato sospetto" sulla commissione di illeciti da parte del dipendente.  Tale sospetto può nascere da elementi oggettivi, come una produttività notevolmente inferiore rispetto a quella degli altri colleghi. Secondo la Corte, il controllo non era finalizzato a vigilare sul mero adempimento della prestazione lavorativa, pratica vietata dallo Statuto dei Lavoratori, ma ad accertare comportamenti fraudolenti che ledono il patrimonio e l'immagine aziendale. La falsa attestazione della presenza in servizio e l'uso improprio dei beni aziendali sono stati considerati condotte illecite così gravi da compromettere irrimediabilmente il vincolo fiduciario, giustificando il licenziamento per giusta causa. Pertanto, il datore di lavoro può legittimamente agire per tutelare i propri interessi a fronte di sospetti concreti di frode, bilanciando la protezione aziendale con la dignità e la riservatezza del lavoratore.