Salute mentale al lavoro: in arrivo nuove tutele per i lavoratori

Salute mentale al lavoro: in arrivo nuove tutele per i lavoratori

  • 2 Settembre 2025
  • Pubblicazioni
Apportare modifiche al Testo Unico per la Salute e la Sicurezza nei luoghi di lavoro, definire precisi standard di certificazione per il benessere psicosociale nelle organizzazioni, premiare le aziende che si certificano con l'innalzamento dei fringe benefit per l'anno fiscale successivo. Sono questi i principali contenuti della proposta di legge per la tutela della salute mentale dei lavoratori, che costituisce un primo passo per iniziare a parlare di burnout, ansia e stress da lavoro in modo concreto e risolutivo, e che sarà presentata alla Camera dei Deputati l'11 settembre 2025.Quello del benessere mentale e della disaffezione dei lavoratori verso le aziende continua a essere una tematica tanto calda e attuale, che ha smesso tempo fa di essere un trend importato dall'estero ed è diventato un criterio con cui in molti - a partire dai giovani - scelgono dove andare a lavorare e per quali posizioni candidarsi.Secondo i dati raccolti da CENSIS, in Italia circa un lavoratore su tre sta sperimentando una condizione di burnout e distacco dal lavoro. Una situazione che nel 47,7% dei casi riguarda i giovani, seguiti dagli adulti (28,2%) e dai lavoratori anziani (23,0%). E che affonda le sue radici anche nel profondo clima di incertezza e instabilità geopolitica, economica e sociale che sta caratterizzando questi tempi. Se da un lato c'è chi inizia a parlare - mediaticamente - di “epidemia del burnout”, dall'altro è stimato che, solo nel primo quadrimestre del 2024, in Italia le denunce di malattie professionali dovute allo stress siano aumentate del 109,7% e che questo disagio psichico costi in Europa oltre 100 miliardi di euro, che ricadono in gran parte sui datori di lavoro in termini di turnover, cali di produttività, presenteismo e assenze. I punti fondamentali della proposta di Legge. Il 14 marzo è stata protocollata dalla Camera dei Deputati la proposta di legge, il cui testo integrale è disponibile in allegato, che verte sui seguenti punti:  
adeguare gli strumenti normativi esistenti (a partire dal Il Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro) alla crescente esigenza di sicurezza psicologica da parte dei dipendenti e all'importanza del benessere psicologico in azienda; 
proporre degli standard di Certificazione del Benessere Psicosociale nei luoghi di lavoro, alla stregua della Certificazione della Parità di Genere (prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022); 
per i datori di lavoro in possesso della Certificazione per il Benessere Psicosociale nei luoghi di lavoro (rilasciata da enti accreditati secondo le modalità stabilite con decreto del Ministro del lavoro e delle Politiche Sociali) innalzare le soglie di defiscalizzazione previste per i beni e servizi rientranti nel welfare aziendale. Sarebbero quindi elevate a 1.500 euro annui per ciascun lavoratore dipendente e a 2.500 euro annui per ciascun lavoratore dipendente con figli fiscalmente a carico; 
rendere la Certificazione per il Benessere Psicosociale nei luoghi di lavoro un pre-requisito per poter diventare società benefit, continuare a godere della qualifica e partecipare alle gare pubbliche di affidamento (appalti).

Fonte: QUOTIDIANO PIU' - GFL