Apprendistato nel calcio solo con il consenso del giocatore
- 14 Marzo 2025
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Il mondo del calcio è stato interessato da alcuni recenti interventi normativi volti ad accrescere le tutele dei lavoratori sportivi e a garantire loro un percorso formativo più efficace allorché operano per i grandi club. In questo contesto si inserisce il provvedimento recentemente adottato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) nei confronti della Federazione italiana giuoco calcio (Figc), volto a modificare la disciplina dell’apprendistato dei “giovani di serie”: si tratta degli atleti delle società calcistiche che accedono al mondo del lavoro a un’età compresa tra i 14 e i 19 anni, e che non hanno avuto un numero di presenze nelle massime competizioni tali da qualificarli ancora come professionisti. A questo riguardo, si ricorda che il 31 maggio 2024 la Figc aveva annunciato che le nuove norme organizzative interne federali (Noif) avrebbero previsto il diritto dei club di stipulare con i giovani calciatori, indipendentemente dalla volontà dei giocatori, un contratto di apprendistato professionalizzante della durata massima di tre anni. A seguito dei rilievi critici espressi dall’Agcm in merito a tale norma, il 30 gennaio 2025 il consiglio federale della Figc ha annunciato la modifica della suddetta regola, introducendo il comma 2-ter, lettera a, dell’articolo 33: tale norma prevede ora che dal 1° luglio 2025 il contratto di apprendistato professionalizzante possa essere concluso con il calciatore solo in presenza di un’espressa manifestazione di volontà da parte dell’atleta, a pena di nullità. Senza tale consenso, alla scadenza del vincolo sportivo il giocatore sarà libero di scegliere presso quale club proseguire la propria carriera. L’apprendistato nel settore del calcio rappresenta uno strumento con il quale i giovani atleti ottengono una crescita non solo sportiva, ma anche culturale e educativa, attraverso un percorso formativo basato su una preparazione professionale propedeutica all’accesso al mondo del lavoro durante o al termine della carriera sportiva. Al compimento dei 14 anni di età - e in deroga alla disciplina ordinaria, che prevede un’età minima di 15 anni di età - i giovani calciatori possono avviare un percorso formativo attraverso un contratto di apprendistato che permette loro di conciliare passione, talento e lavoro, adempiendo anche all’obbligo di istruzione e facilitando l’accesso alle professioni sportive. In tal modo, le caratteristiche del contratto di apprendistato si adattano alle specificità dello sport e del calcio, in cui le età di inizio e di fine carriera differiscono da quelle del lavoro ordinario. Inoltre, le norme in materia di apprendistato professionalizzante nel settore del calcio prevedono che al termine della stagione iniziata al diciottesimo anno di età del calciatore, il club possa esercitare il diritto di opzione, stipulando un contratto di lavoro che consenta al calciatore di iniziare a lavorare per tale club. La durata e le modalità di erogazione della formazione per l’acquisizione delle competenze necessarie sono fissate dagli accordi interconfederali e dai contratti collettivi nazionali di lavoro, in base al tipo di qualifica professionale da ottenere e con un periodo formativo di durata non inferiore a sei mesi e non superiore a tre anni. Il contratto di apprendistato rappresenta quindi uno strumento efficace e di sicuro interesse anche nel mondo del calcio, e in primo luogo per i club professionistici, che investono ingenti risorse nel settore giovanile e nella formazione degli atleti e puntano spesso a consolidarne i più meritevoli al proprio interno anche sul piano professionale. Inoltre, grazie alle nuove norme anche gli atleti avranno maggiore libertà contrattuale e di scelta, e potranno ambire a carriere sportive e professionali più soddisfacenti e ad accedere al mondo del lavoro in club blasonati a condizioni più favorevoli.
Fonte: SOLE24ORE