Inps, fino a 60 rate per debiti contributi

Inps, fino a 60 rate per debiti contributi

  • 10 Febbraio 2025
  • Pubblicazioni
Fino a quando non saranno adottati i provvedimenti previsti dall’articolo 23, della legge 203/2024, c.d. collegato lavoro, in merito alla possibilità di concedere 60 rate per le dilazioni riguardanti i debiti contributivi Inps in fase amministrativa, le richieste dei contribuenti tese ad ottenere un numero di rate superiore a 24 non potranno essere accolte e continueranno ad essere definite nel rispetto del vigente Regolamento. Lo ha precisato l’Inps con messaggio 471 del 6 febbraio 2025, con il quale ha dato le prime istruzioni operative in merito, anche in presenza di note di rettifica. A tal proposito, viene ricordato che l’articolo 23, della legge 203/2024, è intervenuto sull’articolo 2 del Dl 338/1989, convertito, con modificazioni, dalla legge 389/1989, in materia di riscossione dei crediti contributivi e rateazione dei pagamenti, inserendo, dopo il comma 11, il comma 11-bis. Lo scopo è quello di favorire il buon esito dei processi di regolarizzazione assicurando la contestualità della riscossione dei relativi importi, a decorrere dal 1° gennaio 2025, con il pagamento rateale dei debiti per contributi e accessori di legge, non affidati per il recupero agli agenti della riscossione, che potrà avvenire fino al numero massimo di sessanta rate mensili da parte dell’Inps. Però, perché ciò possa essere pienamente operativo necessita, come prevede la stessa norma, di un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da emanare, sentiti l’Inps e l’Inail, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della stessa disposizione (12 gennaio 2025), e secondo i requisiti, i criteri e le modalità, anche di pagamento, disciplinati, con proprio atto, dal consiglio di amministrazione di ciascuno degli Istituti. Quindi, per effetto di tale ultima previsione, l’Istituto di previdenza non può, allo stato, accordare rateazioni per un numero di rate superiore a 24. Infatti, la disposizione in esame è in vigore, nel senso che dal 12 gennaio 2025 decorre il termine di 60 giorni per l’adozione del decreto ministeriale attuativo, cui dovrà fare seguito anche l’adozione di una deliberazione del consiglio di amministrazione dell’Inps diretta a regolare requisiti, criteri e modalità, anche di pagamento, per l’accesso alla regolarizzazione fino al numero massimo di 60 rate mensili. Inoltre, precisa l’Istituto, in ragione della complessità degli interventi procedurali necessari al corretto calcolo delle sanzioni civili in conseguenza delle modifiche introdotte all’articolo 30 del Dl 19/2024, convertito, con modificazioni, dalla legge 56/2024, che, al momento, non consente il calcolo delle note di rettifica, le stesse, in deroga al principio di inclusione nella rateazione dell’intera esposizione debitoria, potranno non essere inserite nell’estratto debitorio sulla cui base sarà determinato il piano di ammortamento. In ogni caso, una volta ripristinata la funzionalità di calcolo, le note di rettifica non incluse dovranno essere corrisposte in unica soluzione ovvero mediante rateazione integrativa.

Fonte: SOLE24ORE