Congedi parentali più ricchi con binari diversi fra i lavoratori

Congedi parentali più ricchi con binari diversi fra i lavoratori

  • 28 Gennaio 2025
  • Pubblicazioni
Tre mesi di congedo parentale indennizzati all’80%, anziché al 30%, fruibili in alternativa da entrambi i genitori, entro i primi sei anni di vita di ciascun figlio. Li ha portati in dote la legge di Bilancio 2025 (legge 207/2024, articolo 1, commi 217 e 218), per i lavoratori che finiscono il periodo di maternità o di paternità (l’astensione obbligatoria) dopo il 31 dicembre 2024: in pratica, da quest’anno. Gli interventi delle precedenti leggi di Bilancio, però, avevano già portato prima a uno (nel 2023), poi a due (nel 2024) i mesi di congedo parentale retribuiti all’80%, per agevolare la fruizione del periodo di astensione facoltativa dal lavoro, che i genitori possono utilizzare alla conclusione del periodo di astensione obbligatoria. Così, per semplificare: chi ha terminato la maternità o la paternità nel 2022, ricade completamente nelle vecchie regole, cioè può fruire complessivamente di nove mesi di congedo parentale retribuito al 30%, fra i due genitori, da utilizzare entro i 12 anni dei figli. Chi ha terminato invece l’astensione obbligatoria nel 2023, potrà fruire di un mese retribuito all’80%, anche suddivisibile fra i due genitori, da usare entro i sei anni del figlio, e di altri otto mesi fra i due genitori, retribuiti al 30%, utilizzabili fino ai 12 anni del figlio. Congedo ancora più generoso per chi ha terminato la maternità o la paternità nel 2024: per questi genitori i mesi retribuiti all’80% fino ai sei anni del figlio sono due. Gli altri sette mesi, disponibili fino ai 12 anni del figlio, saranno retribuiti al 30 per cento. Infine, i genitori che termineranno l’astensione obbligatoria nel 2025, ricadono completamente nelle nuove regole: tre mesi retribuiti all’80% fino ai sei anni del figlio, e sei mesi retribuiti al 30%, da fruire entro i 12 anni. Tutte queste specifiche vanno gestite dalle aziende considerando la situazione di entrambi i genitori lavoratori (i mesi all’80% possono essere suddivisi, come detto) e anche la frazionabilità dei congedi stessi (a giorni o a ore). È chiaro quindi che la disciplina dei congedi diventa più articolata e va applicata con attenzione, in relazione a ciascuna richiesta. Gli ultimi dati sulla fruizione dei congedi parentali pubblicati dall’Inps a dicembre 2024 rivelano che continua - seppure lentamente e con numeri diversi rispetto alla platea delle madri - la tendenza all’aumento dei congedi fruiti dai padri: nel 2023 sono cresciuti del 23% i lavoratori padri che hanno usato questi congedi. In numero assoluto, sono stati 96.586 lavoratori, rispetto a 264.184 lavoratrici. La distribuzione per genere conferma dunque che il congedo parentale continua a essere appannaggio delle lavoratrici, che rappresentano il 73% dei fruitori. Sono in aumento anche i padri che fruiscono del congedo “obbligatorio” di 10 giorni: nel 2023 sono stati poco più di 183mila, il 5,2% in più rispetto all’anno precedente. Si stima che rappresentino il 64,5% dei potenziali beneficiari.


Fonte: SOLE 24ORE