Lavoratori extra-Ue, si volta pagina. Arrivano più click day per tipologia di settore, domande pre-compilate per stanare subito quelle palesemente infondate, obbligo di siglare il contratto per via telematica entro 8 giorni dall’ingresso dello straniero, interoperabilità delle banche dati, sanzioni per i datori di lavoro che non danno seguito alla firma, finestre di 60 giorni a tutela degli stagionali a cui scade il contratto, 10mila ingressi di badanti e assistenti ad anziani e disabili, aggiuntivi rispetto ai 9.500 già fissati dalla programmazione triennale. Ma debuttano anche nuove norme anti-caporalato, con permessi di soggiorno di sei mesi, rinnovabili, rilasciati alle vittime di intermediazione illecita e sfruttamento, che potranno accedere all’assegno di inclusione e ai programmi di protezione. Il 2 ottobre il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge in 18 articoli che modifica le regole per la gestione dei flussi migratori legali sin dalla tornata di ingressi per il 2025. Superate dunque le tensioni, in particolare tra Viminale e Giustizia, che avevano fatto slittare il disco verde al provvedimento venerdì 27 settembre, legate più all’altra costola del decreto, l’ulteriore giro di vite sull’immigrazione irregolare. La previsione dell’obbligo, per i migranti soccorsi in mare o fermati alle frontiere, di collaborare all’identificazione mostrando i dati presenti sui telefonini su età, identità e cittadinanza è stato mitigato rispetto alla bozza discussa venerdì scorso. Confermata, invece, la nuova stretta sulle Ong: dovranno segnalare immediatamente le operazioni aeree di soccorso, anche tramite droni, pena multe da 2mila a 10mila euro. La filosofia è «aprire all’immigrazione regolare e avere grande rigore contro l’illegalità, contrastando anche chi usa la migrazione regolare per fare business», l’obbligo per gli stranieri di fornire le impronte digitali per chi chiede un visto nazionale (oggi accade solo per i visti Schengen); la cancellazione del dovere, in capo ai consolati, di dare preavviso formale del rigetto della domanda di visto; l’obbligo di verifiche preventive al rilascio del nullaosta o prima del rilascio del visto per i cittadini di Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka «dove le irregolarità sono risultate più pesanti». Questi tre Paesi «non escono dal decreto flussi», ma si elimina il silenzio assenso per la fase di esame delle domande. Il tentativo del Dl è bilanciare la necessità di soddisfare i fabbisogni di manodopera delle imprese, che superano di molto i 452mila ingressi autorizzati dal governo nel triennio 2023-2025, con la volontà dichiarata di contrastare frodi e infiltrazioni della criminalità, che spesso condannano alla clandestinità gli stranieri entrati regolarmente. Da qui le novità contenute al capo I del testo, che si muovono tra semplificazioni e controlli. La pre-compilazione delle domande per il 2025 avverrà dal 1° al 30 novembre, in modo da garantire controlli anticipati rispetto ai click day differenziati che seguiranno. Per il lavoro stagionale agricolo e turistico, secondo la bozza in entrata al Cdm, ne sono fissati due: dalle 9 del 12 febbraio, per la stagione estiva, pari al 70% delle quote, con domande a novembre; il 1° ottobre, per la quota restante del 30%, con domande pre-compilate a luglio. Per badanti e assistenti la data sarà il 28 marzo. Ogni datore potrà presentare richieste in proporzione a fatturato, numero di addetti e settore di attività, ma per il 2025 il tetto è fissato a tre. È passata, nonostante i malumori della Lega, anche la norma che consente allo stagionale di non vedersi revocato il permesso alla scadenza del contratto: avrà 60 giorni per trovare un altro lavoro, anche convertendo l’accordo in tempo determinato o indeterminato senza incidere sulle quote. Al pugno duro contro gli irregolari anche per facilitare il trattenimento dei richiedenti asilo qualora non abbiano i documenti o non prestino «idonea garanzia finanziaria» (con lo sguardo ai nuovi centri in Albania) fanno da contraltare altre norme.
Fonte: SOLE24ORE